
In concomitanza del cambio stagionale primaverile è maggiore la frequenza di problemi gastrici e digestivi. In tale periodo, quindi, risulta una buona abitudine aiutare il fegato nel suo processo di drenaggio in modo da alleggerirlo dal lungo lavoro invernale. Tuttavia non è la soluzione migliore e in questo articolo vi spiegheremo perchè.
Il corpo come una scheda madre
Negli anni si è sempre più consolidata la convinzione che il corpo umano fosse composto da tanti organi separati gli uni dagli altri e senza alcuna comunicazione reciproca.
Ma la scienza, nel corso del tempo, ha permesso di sviluppare una nuova interpretazione del corpo umano, paragonandolo ad una sorta di scheda madre in cui ciascuna componente è in stretta connessione reciproca.
Questa nuova visione rivaluta quelle che sono le connessioni tra i diversi organi ed apparati, evidenziando come non possa esistere un organo a “tenuta stagna”: piuttosto, ciascuno lavora in perfetta simbiosi con tutti gli altri.
Fegato ed intestino: un legame simbiotico
In questo periodo dell’anno si è soliti parlare di cambio di stagione facendo riferimento al fatto che il nostro organismo è regolato da un preciso di ritmo circadiano che fa sì che alcuni disturbi tendono a manifestarsi o riacutizzarsi in precisi periodi dell’anno.
Come citato inizialmente, un esempio è dato dall’aumentare di problemi gastrici e digestivi in concomitanza del cambio stagionale primaverile.
Se aiutare il fegato nel processo di denaggio rimane una buona abitudine, è tuttavia importante sapere, per poter intervenire realmente sul fegato, che bisogna partire dall’intestino.
Quest’ultimo, infatti, se si trova in uno stato di disbiosi (non-equilibrio) tenderà a produrre del materiale di scarto che verrà riversato anche nel torrente ematico giungendo così al fegato.
Lavorare sull’equilibrio intestinale per aiutare il fegato è un esempio pratico di un ciclo continuo che trova giustificazione nella comunicazione reciproca tra i diversi organi.