
Quante volte ci si è visti a costretti ad una continua eliminazione di categorie di alimenti a causa di ripetuti disturbi gastrointestinali?
Il formaggio ci fa mal di pancia, la pasta ci gonfia, l’insalata ci procura coliche. Purtroppo succede che più passa il tempo e più ci si è visti costretti a continue eliminazioni di categorie alimentari per cercare di attenuare tutti quei fastidiosi sintomi che condizionano la nostra vita e anche le nostre relazioni sociali.
Tuttavia il tempo ci dimostra che, nonostante le nostre continue rinunce, la nostra qualità di vita non migliora, anzi! Talvolta, infatti, le manifestazioni non fisiologiche possono interessare anche altri apparati quali quello cutaneo, quello epatico, quello respiratorio ecc… Questi disturbi generalizzati trovano la loro giustificazione non nell’eliminazione di un singolo cibo ma, bensì, in un quadro più generalizzato d’infiammazione di basso grado (low grade inflammation) che si è andato via via formando a seguito di continui stimoli negativi esterni.
È possibile affrontare queste situazioni grazie a degli approcci personalizzati di alimentazione con lo scopo di ripristinare l’equilibrio perso.
Questo rappresenta un esempio di come il cibo possa rappresentare “la più potente forma di medicina oppure la più lenta forma di veleno”.
Ovviamente questo discorso non vale per tutte quelle manifestazioni su base allergica per le quali l’approccio è differente.